Con l’ espressione social viral marketing non si intende solo una strategia di marketing svolta sui social network (social marketing), ma l’ espressione viral assume una fondamentale importanza, definendo la modalità di propagazione del messaggio: il messaggio diffuso da un marchio, la sua immagine devono diventare virali, ossia diffondersi, proprio come un virus, incontrollatamente, ma inesorabilmente, senza mutare il contenuto e la sostanza iniziale.
La strategia di social viral marketing sfrutta il meccanismo di “passa parola”, su larga scala, grazie anche all’utilizzo dei social network, ritenuti ormai fondamentali per restituire l’immagine di un’azienda: un’indagine Doxa del 2016 stima che in media il 66% delle aziende gestiscono un account social.
Il primo esempio di viral marketing fu quello attuato da Hotmail, nel 1997: per aumentare il numero di iscritti alla neonata piattaforma digitale, il team hotmail fece in modo che in fondo ad ogni email inviata con un account hotmail fosse posta una frase che recitava “vuoi un account email gratis? Iscriviti ad hotamail oggi!” , seguita da un link che indirizzava l’utente alla pagina di iscrizione. Questo semplice espediente diventò presto virale, tanto che in meno di 18 mesi ottenne 12 milioni di abbonati con un un budget inferiore a mezzo milione di dollari, sbaragliando la concorrenza.
Circa vent’anni dopo, nel 2016, il viral marketing si è evoluto a tal punto da assumere connotazione veramente singolari: stiamo parlando del noto brand di abbigliamento Vans, che nel 2016 ha visto impennare inaspettatamente le vendite di un modello di scarpe bianche rispettivamente del 20% sul mercato diretto e del 30% su quello digitale. Motivo di tutto ciò non è stata una campagna accuratamente studiata dal noto marchio, ma un semplice video di due quattordicenni americani, Josh Holz e Daniel Lara, in cui l’uno si rivolgeva congratulandosi per lo stile modaiolo dell’altro dicendo: “ Damn Daniel, back at it with the White vans” ossia “ cavolo Daniel, sei ritornato con le vans bianche”.
Il video dei due è diventato nel giro di qualche giorno un fenomeno virale, che non solo ha portato alla popolarità dei due ragazzi, ma ha anche giovato, non poco, alle vendite del famoso brand. Il successo è stato riconosciuto anche dal presidente Steven Rendle, che ha però sottolineato anche come un tale fenomeno sia potuto nascere solo grazie ad anni di lavoro del marchio sulla costruzione di una fedele fan base, che ha creato legame tanto forte tra azienda e consumatore da permettere al consumatore stesso di diventare portavoce del messaggio e dell’immagine dell’azienda, in una perfetta fusione tra brand identity e brand image.
http://marketisingroad.blogspot.it/2011/09/il-primo-esempio-di-viral-marketing-il.html
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